Un nuovo modello di ospitalità per le valli olimpiche piemontesi

Un “nuovo” modello di ospitalità per le Valli Olimpiche piemontesi

La mia ricerca parte da Sestriere, che con i suoi 2035 m s.l.m è il comune più alto

d’Italia. La sua vicinanza a Torino ha fatto sì che diventasse uno dei comuni in cui

disputare le Olimpiadi Invernali del 2006. Un grande successo che portò la città e le

Valli Piemontesi ad essere considerate un modello innovativo per le Olimpiadi a

seguire. Ma cosa è rimasto oggi dell’eredità olimpica?

Prima di affrontare la stesura della tesi ho sentito la necessità di confrontare la mia

opinione con quella di molti conoscenti, appartenenti a diverse fasce di età e con

interessi di vario tipo: cosa ne è emerso? Una forte consapevolezza del potenziale

della montagna ed una comune rassegnazione al fatto che il lascito olimpico, a

distanza di quindici anni fosse ormai esaurito. A questo punto, visto il mio percorso di

studi, è stato inevitabile trovare un riscontro numerico a quanto pensato. Strutturando

un’analisi di bilancio sui report del comune di Sestriere per il periodo olimpico e per il

biennio appena concluso ho ricercato nelle voci più significative del bilancio pubblico

indicatori di flusso turistico ed economico. La realtà che sia è configurata, unita alla

mia consapevolezza della situazione percepita durante i lunghi periodi trascorsi in

Valle, mi ha spinta a creare la mappa dell’offerta di Sestriere in termini di attività

ristorative, attrazioni e posti letto per poter impostare un’analisi di benchmarking.

Dopo aver creato il problema era forte il bisogno di una soluzione.

“Nessun Paese ne ha tanti quanto l’Italia. Sono arrivati oggi a 55 i siti del Belpaese

riconosciuti patrimonio dell’Umanità dall’Unesco – recita la Repubblica in un articolo

del 7 luglio 2019 e prosegue – si stima che la nostra penisola concentri dal 60% al

75% di tutti i beni artistici presenti nel mondo” e se a questi aggiungiamo il cibo e le

bellezze paesaggistiche ci rendiamo subito conto di quale tesoro abbiamo nelle mani.

Credo che tutto debba ripartire da qui.

Per questo motivo ho nutrito particolare interesse ad analizzare il modello ideato dal

Professor Dall’Ara ovvero quello dell’Albergo Diffuso: una nuova frontiera dell’ospitalità

di tipo “orizzontale”, un’idea made in Italy capace di coniugare le nuove tendenze del

mercato turistico alla grande tradizione della nostra penisola ma soprattutto una

soluzione poco invasiva per riportare in vita antichi Borghi di montagna

inevitabilmente destinati allo spopolamento.

Abstract della Tesi di Laurea di Marta Chiattone

 

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