Alberghi Diffusi: abbiamo fatto tutto da soli
Mi sono appena accorto che questo post è uno dei più letti del Blog. L’ho scritto nel mese di novembre 2016, e ho pensato che valesse la pena aggiornarlo. Se lo avete già letto andate subito alla seconda parte.
Prima parte: novembre 2016
Questa mattina una giornalista inglese mi ha intervistato, e durante l’intervista ha ammesso, scusandosi, che aveva scoperto gli alberghi diffusi solo da pochi giorni.
Io le ho risposto tranquillizzandola. e dicendo che non era certo colpa sua; la responsabilità è piuttosto la nostra se non siamo ancora riusciti a far conoscere questo modello di ospitalità originale, come vorremmo, in tutto il mondo. Ho provato a dirle che la nostra Associazione fa quello che può, e la vera responsabilità è piuttosto degli Enti turistici e soprattutto dell’Enit che sinora non si sono mai occupati di promuovere l’albergo diffuso. Eccezioni a parte.
In effetti c’è un sito di una Delegazione estera dell’Enit che descrive anche gli Alberghi Diffusi, ma va detto che l’idea e i testi sono il frutto del lavoro di una stagista (in accordo con noi).
Ciononostante, la buona notizia è che gli AD continuano a crescere, al momento sono oltre 120 in Italia, come dico da tempo: “siamo la più grande ‘catena’ alberghiera made in Italy”, e il dato più interessante è lo sviluppo degli AD in Giappone, tanto che il 21 novembre partirò per tenere alcuni incontri pubblici a Tokyo e in altre città, sull’albergo diffuso e visitarne altri due, dopo quello appena riconosciuto dall’Associazione degli AD nel mese di luglio di quest’anno.
La soddisfazione è doppia, perché abbiamo fatto tutto da soli.
Seconda parte: luglio 2017
Pochi giorni fa un giornalista, questa volta italiano, durante una intervista, mi ha posto la stessa questione. “Abbia pazienza” mi ha detto “ma io non sapevo neppure dell’esistenza degli alberghi diffusi”. Anche a lui ho risposto: “non è del tutto colpa sua. Ci sono responsabilità nostre perché siamo una “piccola” associazione che rappresenta una piccola realtà. Se i B&B in Italia fossero un centinaio come gli AD, probabilmente non li conoscerebbe nessuno; e la stessa cosa accadrebbe per le aziende agrituristiche se fossero in tutto 150, anziché migliaia. Ci sono però anche responsabilità istituzionali delle quali ho scritto più volte. Un vero peccato! ma Enit e Assessorati fanno poco e niente per noi (più niente che poco); forse sbaglio, ma ritengo che questo accada perché siamo una Associazione autonoma che non partecipa ai “tavoli di concertazione” e non siamo politicamente schierati”.
Aggiungo però che chi ci conosce ha di noi una immagine eccellente. L’ultima ricerca che abbiamo fatto fare sulla nostra web reputation ha concluso che il giudizio sugli AD è “ottimo!”.
In più, in alcuni mercati la semplice idea che il nostro nome sia in italiano, e non si traduca, fa immagine e ci dà molta visibilità. Per inciso: se pensate che l’hashtag ufficiale dell’ente italiano del turismo per l’anno dei Borghi è “#italianvillages” capite che noi siamo di un altro pianeta!
Ma torno al tema: il caso del Giappone è eclatante. Ieri ho incontrato la scrittrice Mayumi Mori e anche da lei mi sono sentito ripetere che in Giappone l’albergo diffuso è sempre più conosciuto e apprezzato. E proprio per questo, dopo l’esperienza del mese di novembre 2016 siamo tornati in Giappone in aprile e torneremo ancora a novembre di quest’anno.
Infine, il fatto che in molti ignorino cosa sia un albergo diffuso non è uno svantaggio, visto che siamo ancora pochi non abbiamo bisogno di milioni di turisti, e spiegare cosa è un AD ad una persona che non lo conosce, è un vantaggio perché fa percepire la proposta sempre come qualcosa di nuovo. E spiegare cosa davvero è un AD, è una esperienza esaltante! Ogni gestore di AD sperimenta tutto questo da anni. Tale è il fascino che il modello interamente italiano di un albergo che non si costruisce, che offre tutti i servizi alberghieri, che mette in rete il territorio e che si basa sulla passione del gestore… , esercita sugli interlocutori e sui turisti.
Ripeto, la soddisfazione è grande! soprattutto perché abbiamo fatto tutto da soli.
GD