L’albergo diffuso riparte dalla Sardegna
L’idea è stata lanciata nei giorni scorsi a Santu Lussurgiu, dall’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, e condivisa dagli operatori del settore che, durante un workshop promosso dal Patto territoriale Oristano (Pto), Provincia e Comune hanno dato vita al Comitato per raccogliere le adesioni.
L’obiettivo è rilanciare questo modello turistico che traduce una vacanza in un’esperienza unica e indimenticabile. La Sardegna è regione leader in Italia, con le sue 13 strutture – otto solo nell’oristanese – preferite per il 71% da stranieri.
“Ora occorre ampliare sempre di più la ragnatela di attività e realtà imprenditoriali anche quelle fino ad oggi scollegate e farle lavorare assieme – ha spiegato il liquidatore del Pto Remigio Sequi – una concreta azione coordinata dell’offerta turistica di eccellenza attorno a questa forma innovativa di accoglienza, con un piano di diffusione e di marketing”.
Una vacanza a metà strada tra il comfort e le comodità dell’albergo e l’intimità e ospitalità di un ambiente quasi familiare. “La scelta dell’albergo diffuso permette di vivere antichi borghi e località turistiche nella loro dimensione più suggestiva e autentica”, ha spiegato Giancarlo Dall’Ara, presidente dell’Associazione alberghi diffusi. Sono questi aspetti ad aver reso attraente e vincente la formula.
“La Sardegna può diventare un modello nazionale e internazionale poiché è la prima regione che ha regolato l’albergo diffuso – ha sottolineato l’assessore Francesco Morandi – la Regione può custodirlo e sostenere il settore con Fondi regionali e europei”. Per questo occorre formare gli operatori che – come ha dichiarato Dall’Ara – diventano “animatori di un borgo” e “narratori di luoghi”. (ANSA).