L’Albergo Diffuso come strumento di valorizzazione delle aree rurali: il caso della valle del giovenzano

Autore/Autrice: Martina Pascucci
Anno accademico: 2006-2007
Università: Università degli Studi Roma Tor Vergata
Email: Martina.pascucci@hotmail.it

Presentazione

La riflessione fondamentale su cui si basa il presente lavoro è quella che considera il turismo come uno dei settori più importanti per l’economia mondiale, ma anche uno dei fenomeni più complessi ed interessanti sia per l’eterogeneità con cui si manifesta, sia per le continue evoluzioni che interessano tale settore. Tra i mutamenti più rilevanti ed evidenti vi è indubbiamente il passaggio dal turismo di massa, omogeneo e standardizzato tanto nella domanda quanto nell’offerta, al turismo dell’esperienza o a forme nuove e diversificate di turismo che hanno reso ancora più complesso e competitivo lo scenario dell’offerta turistica italiana. In questo quadro si inserisce, in particolare, una concezione diversa di fare turismo, non più sintetizzata nel binomio “sole-mare”, ma più spesso basata sull’esperienza, la conoscenza, l’esplorazione, l’interazione e il confronto. La nuova generazione di turisti concepisce la vacanza come uno strumento di arricchimento culturale, come un’esperienza in grado di arricchire ed accrescere la propria identità, la propria cultura e la propria interiorità. Questa esigenza di arricchimento culturale trova sempre più riscontro nelle forme di turismo in grado di garantire un contatto diretto con la cultura, l’identità, gli stili di vita del luogo, un’interazione autentica con la realtà locale e il territorio in tutte le sue manifestazioni; in definitiva nel turismo rurale. Il turismo rurale può essere definito come l’insieme di attività turistiche, che si sviluppano a contatto con la natura, la vita e i ritmi del campo e dei piccoli villaggi rurali; questa si dimostra una forma di turismo sostenibile, soft, non aggressiva e dannosa bensì rispettosa delle culture e delle peculiarità locali. E’ una forma di turismo che si manifesta soprattutto in aree colpite da crisi di varia natura ed intensità, dove la quota di popolazione agricola ed il peso economico del settore agricolo sono maggiormente rilevanti e dove le condizioni geomorfologiche ed economiche legate alla propria localizzazione ed allo sviluppo accelerato delle aree limitrofe ne condizionano spesso la crescita e l’integrazione. Nel presente lavoro verrà dunque evidenziato il particolare e significativo ruolo che il turismo attualmente riveste come promotore dello sviluppo di territori marginali e di aree depresse con particolare riferimento ad una nuova formula di ospitalità nei borghi che è quella degli alberghi diffusi. L’Albergo Diffuso – come sostiene il prof. Giancarlo Dall’Ara – è indubbiamente un nuovo modello di ospitalità originale e di tendenza, che risponde perfettamente alle esigenze della nuova generazione di turisti, che offre il meglio dell’ospitalità in casa (l’autenticità), e il meglio dell’ospitalità in albergo garantendo a tutti gli ospiti i normali servizi alberghieri, dal nucleo centrale costituito dal pernottamento a tutti i servizi accessori (assistenza, spazi comuni servizi ecc.), e che ha le radici nella cultura ospitale del nostro paese. L’aggettivo diffuso denota una proposta orizzontale che si basa su una marcata attenzione all’ambiente, quindi compatibile e facilmente percepibile come autentica, in quanto si basa essenzialmente sul recupero del patrimonio edilizio non più utilizzato di una località che viene ristrutturato, nel massimo rispetto degli stili architettonici e dei materiali dell’epoca, ed adibito all’ospitalità trasformandolo in piccole strutture ricettive di qualità e di pregio. Si rivela, dunque, una formula innovativa ma soprattutto ecologicamente sostenibile perché non prevede alcun intervento strutturale ed infrastrutturale, quindi, non modifica in alcun modo l’assetto territoriale ma punta esclusivamente sul recupero e riutilizzo del patrimonio esistente e trova la sua più corretta applicazione nelle zone rurali e marginali portatrici di un patrimonio inestimabile in termini di cultura, storia, tradizioni e ambiente. Uno dei maggiori punti di forza di questa nuova formula ricettiva è indubbiamente il forte legame con il territorio, la possibilità di recuperare e promuovere i piccoli borghi italiani spesso destinati all’abbandono e soggetti a spopolamento, di raccontarne la memoria, l’arte, i sapori con la testimonianza autentica della comunità del luogo. L’idea nasce in Carnia nei primi anni ’80, attualmente sul territorio nazionale si contano 52 Alberghi Diffusi veri e propri, la maggior parte dei quali realizzati grazie ai finanziamenti regionali e comunitari a sostegno delle aree rurali come i Programmi Obiettivo 2 e LEADER I-II e +, mentre altrettanti si definiscono tali senza averne i requisiti. Tra i requisiti indispensabili vi sono in particolare la localizzazione in un paese piccolo, con poche centinaia di abitanti ma vivo, vissuto, animato, con tutti i servizi di base funzionanti ma soprattutto con la presenza della comunità ospitante dotata di spirito di appartenenza e cultura dell’accoglienza; disponibilità di alcuni edifici non abitati all’interno del paese adatti ad una ristrutturazione a fini turistici; l’offerta di servizi alberghieri per tutti gli ospiti alloggiati nei diversi edifici che lo compongono; presenza di una gestione unitaria cioè una gestione che fa capo ad un unico soggetto per la fornitura sia dei servizi principali, relativi all’alloggio, sia degli ulteriori servizi forniti; la necessità di una gestione professionale non standard, ma flessibile e dinamica in grado di personalizzare i servizi; possibilità di localizzare le strutture centrali per l’accoglienza in posizione centrale, baricentrica rispetto alle camere e comunque vicine e facilmente accessibili, quindi la previsione di una distanza massima tra gli immobili tale da non impedire di offrire a tutti gli ospiti i normali servizi alberghieri (la distanza può variare tra i 200 e i 500m); il bisogno di uno stile riconoscibile, di una identità leggibile in tutte le componenti della struttura ricettiva, che non si deve configurare come una semplice sommatoria di case ristrutturate e messe in rete. Il modello gestionale dell’Albergo Diffuso è indubbiamente uno degli aspetti più complessi di questa formula, questo perché pensare di gestire un Albergo Diffuso come una qualsiasi impresa, senza tener conto del territorio e di tutte le sue manifestazioni nel quale è radicato non produce risultati soddisfacenti in termini di sviluppo e competitività. L’integrazione con il territorio, con la sua cultura e con la sua economia porta inevitabilmente a concepire albergo diffuso e il territorio circostante come un unico prodotto ed in quanto tale da gestire in maniera integrata con azioni, attività, e progetti indirizzati verso la valorizzazione e soprattutto verso la tutela del territorio. Per questo motivo, oltre a rivelarsi una nuova formula di ospitalità innovativa e soprattutto alternativa a quella tradizionale, l’albergo diffuso si rivela più spesso un ottimo strumento di gestione strategica del territorio.
Nel presente lavoro si è tentato di applicare l’idea progettuale di albergo diffuso ad un particolare contesto territoriale della Regione Lazio: la Valle del Giovenzano. La Valle del Giovenzano è un territorio anch’esso “marginale” situato alle porte di Roma, da cui dista 50 Km, la cui vicinanza alla capitale non sempre giova al suo sviluppo ma più spesso lo penalizza, frequente e diffuso è ad esempio il fenomeno del pendolarismo verso la capitale. Le realtà comunali appartenenti al territorio sono sette (Cerreto Laziale, Ciciliano, Gerano, Pisoniano, Rocca Canterano, Sambuci, Saracinesco), si tratta di realtà molto piccole che variano da un minimo di 160 abitanti ad un massimo di 1123. Presentano tutti la stessa conformazione territoriale, si tratta di borghi che assumono l’attuale aspetto nel periodo dell’incastellamento (XI-XIV sec.), localizzati sulle sommità di colli che sovrastano l’intera valle, dotati di mura difensive e castelli medioevali. I comuni interessati appartengono all’Unione dei Comuni della Valle del Giovenzano, l’ente costituito nel 2001 che unifica, attraverso la gestione di Servizi associati, questo territorio geograficamente e culturalmente omogeneo. Lo scopo principale dell’Unione è lo sviluppo turistico ed economico dei Comuni aderenti, attraverso approfondite e mirate scelte di marketing territoriale nel quale si inserisce anche il progetto oggetto di studio. L’Unione dei Comuni della Valle del Giovenzano ha infatti recentemente pensato al Progetto Albergo Diffuso per lo sviluppo dei comuni che ne fanno parte, per cercare di recuperare il patrimonio storico-archeologico-culturale di particolare pregio dei rispettivi centri storici ma anche per potenziare lo sviluppo di queste aree ed incentivare l’arrivo e la permanenza dei turisti nel territorio. Il Progetto Albergo Diffuso, infatti, non si limita a recuperare antichi immobili disabitati per adibirli alla ricettività ma si inserisce in un progetto più ampio di valorizzazione del territorio attraverso strategie ed azioni di marketing territoriali con l’obiettivo di accrescere la competitività territoriale dei comuni di riferimento. Per l’elaborazione e la realizzazione del presente lavoro sono state effettuati diversi studi e ricerche direttamente sul campo, mentre, il materiale informativo e i dati presenti mi sono stati forniti direttamente dai soggetti coinvolti nell’ideazione del Progetto Albergo Diffuso e dalle istituzioni preposte alla realizzazione (Provincia di Roma, Regione Lazio, Gal Aniene-Tiburtino, IX Comunità montana del Lazio, Amministrazione Comunale di Pisoniano). A sostegno delle informazioni raccolte diversi sono stati i colloqui con il Sindaco di Pisoniano, nonché Presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Giovenzano, e con l’intera Amministrazione Comunale con cui ho avuto notevoli ed interessanti scambi reciproci di informazioni e competenze.
La prima fase del presente lavoro prevede innanzitutto un quadro di riferimento dell’intera area finalizzata ad avere una visione globale del contesto in cui agire. Una volta definito il territorio-progetto sarà dunque opportuno stabilirne il profilo valutando il suo “capitale territoriale” e realizzare una diagnosi; così facendo si potrà allora determinare una strategia di sviluppo adeguata, basata sulle risorse territoriali, che rappresenta lo spunto per analizzare il progetto dell’Albergo Diffuso come sistema integrato di offerta. L’approccio “territoriale” consente agli operatori locali di definire una politica di sviluppo in base alle realtà, ai vantaggi (punti di forza), ai limiti (carenze), ai bisogni e alle opportunità di una determinata zona e questo implica la necessità di considerare la realtà del territorio nelle sue diverse componenti ambientali, economiche, sociali, culturali ecc. Da questa prima analisi globale del territorio di riferimento emerge una situazione di generale ritardo e arretratezza: è un territorio caratterizzato da un paesaggio comune ed unitario principalmente collinare, la cui economia prevalente è ancora quella agricolo-forestale; un territorio svantaggiato dal punto di vista orografico e delle infrastrutture, caratterizzato dalla presenza di un gran numero di centri di piccole e piccolissime dimensioni, in progressivo spopolamento ed invecchiamento della popolazione. A ciò si aggiunge una forte penalizzazione per gran parte dell’apparato produttivo ed un mancato sfruttamento delle potenzialità insite nel comparto turistico che riveste un ruolo ancora marginale nella struttura produttiva dell’area pur potendo contare su una serie di elementi che se adeguatamente sfruttati costituirebbero delle leve di indubbio sviluppo. Vi è infine una scarsa presenza di strutture di servizio e turistiche; il sistema ricettivo si connota per dimensioni insufficienti e con caratteristiche ancora tradizionali inadeguate per la domanda turistica odierna. La Valle del Giovenzano, è in definitiva dotata di un vantaggio competitivo naturale in termini di dotazione di risorse valorizzabili in chiave turistica; ha caratteristiche e vocazioni legate alla presenza di aree ad alto valore paesaggistico-ambientale, alla ricchezza dei beni culturali (basti pensare alla ricchezza di reperti archeologici di epoca romana, alle architetture monastiche come il Santuario della Mentorella ritenuto il più antico d’Europa, alla numerosità dei sentieri naturalistici ecc) che è in grado di attrarre diverse tipologie di turismo e target di domanda (turismo rurale, all’aria aperta, enogastronomico, sportivo, religioso, culturale, turismo escursionistico). Nonostante questa ricca dotazione di risorse però, i flussi turistici nell’area non sono sufficientemente adeguati e consistenti e non c’è dunque, da parte delle istituzioni, la capacità di tradurre i fattori di attrazione presenti nell’area in flussi turistici consistenti. Questo stato di “crisi” in cui versano i Comuni della Valle del Giovenzano è stato l’elemento trainate di una nuova cultura d’intervento promossa dall’Amministrazione locale ed ha fatto emergere la necessità di affrontare tali problematiche con un approccio più prettamente manageriale facendo leva in particolare sui principi del marketing territoriale, inteso come una componente della politica di sviluppo locale, in grado di favorire l’attivazione delle migliori condizioni di gestione sistemica e di fruizione del territorio. All’interno di questa politica di valorizzazione si colloca il progetto Albergo Diffuso nella Valle del Giovenzano, un progetto proposto dalla stessa Unione, quindi da tutti i Comuni aderenti che nasce con l’intento di frenare il continuo degrado e spopolamento dei Comuni, dovuto alla carenza di servizi adeguati, quindi di trattenere e rendere partecipe la popolazione residente a progetti di valorizzazione del territorio.
La seconda fase del presente lavoro si concentra principalmente su un particolare comune appartenente alla Valle del Giovenzano, Pisoniano, e sull’idea progettuale dell’Albergo Diffuso proposta dall’Amministrazione comunale. La scelta ricade sul Comune di Pisoniano sopratutto perché è il Comune che ha mostrato una partecipazione più attiva al progetto in corso e che si trova in una posizione più avvantaggiata rispetto agli altri Comuni. In questa fase verranno in particolare identificate le potenzialità del territorio e le possibili opzioni di sviluppo della vocazione territoriale, analizzando le diverse strutture presenti, individuando gli edifici inutilizzati, dimessi da ristrutturare e da adibire alla ricettività o ad altre funzioni dell’albergo diffuso (reception, spazi comuni, punti informativi ecc.)
Pisoniano è una realtà comunale molto piccola, attualmente conta 780 abitanti, situato sulla cima di un colle ( 532 slm) a sua volta sovrastato dal Santuario della Mentorella (1.218 slm) meta di intensi pellegrinaggi sin dall’antichità. Il comune situato nel territorio della IX Comunità Montana del Lazio, si presenta con i suoi piccoli borghi come un luogo in cui è possibile trovare un dimensione abitativa a misura d’ uomo. Numerose sono le risorse presenti valorizzabili in chiave turistica; basti pensare agli itinerari come il Sentiero di Carol Wojtyla che congiunge il paese al santuario, il sentiero di Vado della Selva, il Sentiero della Pace che congiunge la valle con il Santuario della SS Trinità di Vallepietra, il parco botanico Fontana del Casale con numerose specie animali autoctone, il museo della Canapa, uno dei pochissimi musei monotematici della civiltà contadina. Il progetto Albergo Diffuso a Pisoniano, proposto su iniziativa dell’Amministrazione Comunale è attualmente ancora allo stato embrionale, quindi ancora da pianificare e sviluppare, ma la determinazione e la partecipazione attiva da parte dei soggetti coinvolti in tale progetto lasciano delle concrete speranze per il futuro. L’iniziativa sta infatti suscitando un forte interesse da parte degli organi e delle istituzioni coinvolte, in particolare nel GAL Aniene-Tiburtino che, grazie ai fondi comunitari del programma Leader +, ha gia in parte finanziato alcune azioni di recupero di immobili di particolare pregio. Lo stesso vale per la IX Comunità Montana del Lazio, per la Regione Lazio e la Provincia di Roma che rivestono un ruolo chiave nel favorire lo sviluppo di quelle condizioni che consentono al territorio di valorizzare le proprie caratteristiche e che stanno dimostrando un interesse e una partecipazione attiva al progetto. Passando all’articolazione del progetto, questo prevede la realizzazione di circa 50 posti letto ricavati dal restauro e dalla riconversione di una spina di vecchi fienili siti in via Piana, dove al piano terra degli stessi fienili è prevista la riapertura di botteghe di artigianato artistico locale mentre al piano superiore verranno ricavate le camere. La reception dell’albergo verrà ricavata dal restauro di un ex mattatoio di proprietà comunale, mentre la sala comune verrà ricavata dal recupero di un vecchio contenitore edilizio in via dei Torrioni, vicino la biblioteca comunale. Il progetto prevede inoltre convenzioni con ristoranti locali e con aziende agricole, ancora numerose nella valle, e iniziative di vario genere, a partire dai corsi di cucina e artigianato, visite guidate, partecipazione a eventi e attività culturali. In conclusione del presente lavoro si può affermare che un progetto di tale valore ed entità può rivelarsi un fattore di sviluppo concreto per queste aree a forte vocazione turistica. Queste zone possono, infatti puntare sul turismo quale strumento di rivitalizzazione e rigenerazione che permette soprattutto alle popolazioni residenti di avere una fonte aggiuntiva di reddito, di creare nuove opportunità occupazionali più attraenti per le fasce più giovani della popolazione e di aprire nuovi mercati per i prodotti agricoli offerti dal territorio. Il turismo, nonché la formula dell’albergo diffuso può apportare inoltre benefici di ordine ambientale e sociale, spingendo verso il ripristino e la valorizzazione delle risorse paesaggistico-naturali, architettoniche, storiche e culturali creando nella comunità residente maggiore consapevolezza del patrimonio di risorse presenti nel territorio. In definitiva, un prodotto di tale entità, se organizzato, gestito e realizzato in modo adeguato, attraverso una programmazione integrata e pianificata, può rappresentare una reale fonte di vantaggio competitivo per la località favorendo la crescita economica in chiave sostenibile migliorando il contesto fisico, economico e sociale del territorio e della comunità.

Martina Pascucci

RELATORE: Prof.ssa Claudia Maria Golinelli

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