Gli alberghi diffusi nel Lazio. Due casi a confronto

Autore/Autrice: Barbara Pascucci
Anno accademico: 2007-2008
Università: Roma, Tor Vergata
Email: barbpas85@hotmail.com

Presentazione

Il presente lavoro illustra un’ampia panoramica sulla originale forma di ospitalità di recente invenzione che prende il nome di Albergo Diffuso, nello specifico si prefigge di analizzare il territorio laziale che ingloba due Ad, Villa Retrosi e Settelune, mettendoli a confronto.
La prima parte del lavoro vuole illustrare una panoramica sulle eterogenee definizioni di prodotto turistico e in particolare della componente ricettiva alberghiera, per poi lasciare ampio spazio all’analisi della ricettività extra –alberghiera come ambito all’interno del quale è situato il modello di Albergo diffuso.
La seconda parte è dedicata alla descrizione dell’Albergo diffuso, dalla nascita fino alla realizzazione dell’Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi ed alla normativa regionale che anche nel Lazio riconosce e pone i parametri per la regolamentazione di tale struttura. Nella pratica, l’AD, è caratterizzato dalla dislocazione delle sue componenti in immobili diversi all’interno dello stesso nucleo urbano con alloggi (case e camere) che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso, ovvero, lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni e l’area ristoro. Nove regioni italiane normano gli Alberghi Diffusi, anche se non tutte in modo corretto. La prima è stata la Regione Sardegna, 10 anni fa, e l’ultima è il Lazio. Purtroppo un po’ all’ italiana, anziché copiare la normativa sarda alcune regioni hanno inventato di nuovo l’albergo diffuso, e così non hanno colto esattamente cosa è un albergo diffuso. Anche per questo è nata l’Associazione nazionale che ha l’obiettivo di difendere e salvaguardare questo modello tutto italiano di ospitalità.
Infine si analizza la realtà del Lazio, in cui un polo attrattore come Roma, spesso finisce per fare del territorio periferico un’ombra mai definibile.
In modo specifico sono state sottoposte delle interviste dirette al gestore di Villa Retrosi a Retrosi in provincia di Rieti e Settelune a Montelanico in provincia di Roma. L’intervista è focalizzata sull’analisi di quattro macrodimensioni: la Governance, il modello Business, il modello di erogazione dei Servizi e i segmenti di clientela.
Il modello Business è stato particolarmente approfondito inserendo un’analisi degli indici di occupazione, degli indici relativi ai ricavi ed infine è stato preso in considerazione il bilancio di Villa Retrosi ed il Business Plan di Settelune per avere una conferma dei dati rilevati dall’intervista. La previsione di bilancio ha permesso di evidenziare la situazione molto particolare di Villa Retrosi, la cui strategia di aumento del valore immobiliare va a discapito di una ritorno monetario nel breve termine.
Tale struttura fa parte dell’ADI già da cinque anni, ed è parte integrante di una S.r.l. che coordina e gestisce le attività sul territorio. I Monti della Laga fanno da sfondo a questa frazione di Amatrice e costituiscono una delle motivazioni di viaggio più gettonate, insieme alla forte attrattiva che svolge la città amatriciana che registra numerosi afflussi di turisti alla ricerca di una esperienza enogastronomia. Molte sono le iniziative progettate e in fase di realizzazione, che puntano soprattutto alla sostenibilità.
Settelune invece è entrata a far parte dell’ADI solo da marzo 2008, grazie ad un progetto Bic Lazio e basa la sua offerta non solo sull’affitto di appartamenti, ma anche di camere. Su questo territorio fanno da padroni i Monti Lepini la cui gestione è coordinata dalla Pro loco. In questo caso i Monti Lepini caratterizzano ancora una piccola fetta delle motivazioni di viaggio, infatti la maggior parte dei visitatori sceglie l’Ad Settelune come appoggio durante i semestri di lavoro alla vicina Colleferro, e come soluzione decisamente più accessibile rispetto ad un albergo a Roma da cui dista 70 Km. Anche a Montelanico i progetti in cantiere sono numerosi e mirano ad una maggiore integrazione con il territorio, che con la sua cultura e con la sua economia porta inevitabilmente a concepire albergo diffuso e territorio circostante come un unico prodotto ed in quanto tale da gestire in maniera integrata con azioni, attività, e progetti indirizzati verso la valorizzazione e soprattutto verso la tutela del territorio.
Per questo motivo, oltre a rivelarsi una nuova formula di ospitalità innovativa e soprattutto alternativa a quella tradizionale, l’albergo diffuso si rivela più spesso un ottimo strumento di gestione strategica del territorio. Nel Regolamento regionale che disciplina i parametri extra-alberghieri delle strutture laziali è finalmente entrato anche l’albergo diffuso, dunque gli interventi innovativi principali saranno quelli di riqualificazione e messa a norma di entrambe le strutture.
Una delle caratteristiche comuni ad entrambe le strutture e che poi ho riscontrato anche in altre facenti parte dell’ADI è la ricerca di un turista “capace di adattarsi” a cui devono essere garantiti tutti i comfort propri di una struttura ricettiva, ma allo stesso tempo deve esso stesso adeguarsi ai ritmi, alla tradizioni culturali del borgo in cui ha deciso di alloggiare.
In conclusione, il futuro dei due Ad laziali è per ora legato alla messa a norma di tale struttura in base al regolamento regionale.
L’ADI ha invece in progetto una duplice strategia:

  • a livello nazionale si sta puntando sulla qualità dell’Ad depurando, attraverso l’emissione di norme più severe da parte delle Regioni, il concetto di Ad;
  • a livello internazionale si sta cercando di esportare sia il modello che il marchio per un riconoscimento dell’Ad come invenzione italiana.

 

Barbara Pascucci

Tesi di Laurea in
Economia e gestione delle imprese turistiche

RELATORE: Prof.ssa Claudia Maria Golinelli

GDA Giancarlo Dall'Ara Consulenze e progetti di marketing
Palazzo Maffei - 47866 Sant'Agata Feltria (RN)
tel. 0541 929777, fax 0541 929744 e-mail: giancarlo.dallara@gmail.com
Cookie Policy