Alberghi diffusi a tutela del patrimonio minore

“ALBERGO DIFFUSO: ESEMPIO DI TUTELA DEL PATRIMONIO MINORE. ANALISI DEL CASO SEXTANTIO DI SANTO STEFANO DI SESSANIO”

Dialma lo Campo

Il nostro “Bel Paese” è famoso in tutto il mondo per le proprie città d’arte, i propri monumenti ed il proprio patrimonio storico – culturale. Dagli anni ottanta ad oggi però, grazie soprattutto al modello ospitale degli Alberghi Diffusi ideato dal Professor Giancarlo Dall’Ara, è in atto un importante processo di valorizzazione del patrimonio culturale definito minore e non conosciuto da tutti.

Uno degli obiettivi di questo elaborato è infatti quello di mostrare il fenomeno in questione, di evidenziarne le peculiarità e di coinvolgere il lettore con la sua descrizione e analisi. Inoltre il lavoro intende far comprendere come gli Alberghi Diffusi in Italia abbiano contribuito e contribuiranno a promuovere e valorizzare il patrimonio storico- culturale delle realtà in cui si inseriscono.

La proposta ospitale alberghiera diffusa è da qualche anno che permette, grazie all’ integrazione con la realtà sociale e culturale dei paesi in cui è stata introdotta, di rivitalizzare un patrimonio architettonico e culturale identitario, minoritario ed immateriale. Il modello degli Alberghi Diffusi, oltre al restauro conservativo ed alla ristrutturazione degli immobili e degli elementi architettonici, ha consentito e consentirà di riportare alla luce questo patrimonio fatto di tradizioni, usanze e pratiche giunto fino a noi perché tramandato oralmente di generazione in generazione.

La scelta da parte mia della best practice dell’Albergo Diffuso Sextantio, caratterizzata da una risonanza mediatica a livello internazionale, non è stata casuale. Sin da quando ne ho sentito parlare per la prima volta, durante una lezione universitaria, questo progetto ha suscitato in me curiosità.

In aggiunta la mia scelta è stata anche dettata dal fatto che mi ero prefissata un obiettivo: quello di mostrare come il progetto portato avanti dalla società Sextantio avesse mostrato di saper valorizzare, tramite una formula ospitale innovativa, un patrimonio altrimenti abbandonato e caratterizzante il nostro bellissimo paese. All’inizio della mia ricerca avevo un’idea molto confusa di cosa fossero e cosa rappresentassero gli Alberghi Diffusi. Ne avevo già sentito parlare più volte, ma non ne conoscevo la storia, le peculiarità, la localizzazione e la normativa. Quindi con l’ausilio di testi, siti Internet e blogs ho cominciato ad affrontare e comprendere questo fenomeno innovativo.

All’inizio del mio elaborato quindi con l’aiuto del “Manuale dell’Albergo Diffuso”, del sito Internet dell’ADI (Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi), del sito degli Alberghi Diffusi e di altri testi ho voluto trattare la storia, le caratteristiche, la gestione, la normativa e alcuni dati degli Alberghi Diffusi presenti in Italia.

In primo luogo ho tracciato una linea di collegamento tra i primi esempi di Alberghi Diffusi: dal primo tentativo nel 1982 in Carnia, nel Friuli Venezia Giulia, alla svolta decisiva effettuata nel 1995 a Bosa, in provincia di Oristano.

In seguito ho ritenuto opportuno chiarire le caratteristiche principali di questo modello ospitale Made in Italy, come ad esempio la gestione imprenditoriale e unitaria, la dislocazione delle unità abitative in edifici separati e preesistenti e la presenza di una comunità locale viva e attiva.

Molte delle strutture alberghiere diffuse in Italia, per portare avanti la propria missione, e promuovere e custodire la propria proposta, fanno parte dal 2006 dell’ADI, qui nel mio elaborato descritta e analizzata.
Proseguendo nell’analisi e nella definizione del fenomeno degli Alberghi Diffusi a livello nazionale, ho approfondito il marketing e la gestione di queste strutture alberghiere e la normativa vigente nelle diverse regioni italiane. In particolare mi sono soffermata nell’analizzare il virtuoso esempio della Legge Regionale della Campania, dell’Abruzzo e la situazione normativa in materia in Italia. In seguito ho presentato alcuni dati sul fenomeno degli Alberghi Diffusi a livello nazionale, rilevati con qualche difficoltà data la recente diffusione del fenomeno e la normativa non ancora adeguata.

Il capitolo centrale del mio elaborato si focalizza su un caso di studio specifico: quello dell’Albergo Diffuso Sextantio a Santo Stefano di Sessanio, in provincia di L’Aquila. Di questo borgo aquilano ho delineato la storia passata, ho esaminato e descritto l’Albergo Diffuso in questione ed il proprio approccio di tutela e valorizzazione. Successivamente ho ritenuto necessario esporre due interviste, con l’obiettivo di mettere in evidenza due punti di vista diversi, il primo di un privato ed il secondo di una dipendente pubblica.

Il primo soggetto intervistato è stato l’imprenditore Daniele Kihlgren, unico socio della società Sextantio ed ideatore del progetto. In seguito ho intervistato la signora Ester di Cino, dirigente Progetti, Promocommerciale Marketing, Direzione Sviluppo Economico e del Turismo della Regione Abruzzo.

Per fornire un quadro ampio e dettagliato sul caso di studio da me scelto, in aggiunta ho svolto un’analisi SWOT e ho mostrato le principali strategie di marketing e marketing mix dell’Albergo Diffuso Sextantio.
In conclusione ho deciso di proporre un’ipotesi di marketing con delle possibili linee di intervento da applicare alla struttura ricettiva in questione. Le mie proposte e la mia ipotesi di marketing in particolare si sono servite di un’analisi del mercato, seguita da un’ azione di segmentazione e di posizionamento, per poi infine introdurre al proprio interno elementi ed esperienze personalizzate per il target di riferimento. Dopo un’approfondita analisi del mercato ho scelto il segmento verso cui avrei indirizzato le mie proposte. Il segmento in particolare è quello dei turisti americani over 50, amanti del turismo culturale ed enogastronomico. La proposta personalizzata e da me predisposta per questo target ha un tema di fondo: “Your made in Abruzzo experience”. Partendo da questo tema ho stabilito di declinare diverse attività, esperienze ed iniziative.

Per raggiungere i clienti obiettivo, convincerli nella scelta della struttura ed in seguito soddisfarli e sorprenderli ho messo in evidenza un’ipotetica gestione della comunicazione integrata di marketing, della distribuzione, della vendita e della differenziazione dell’Albergo Diffuso Sextantio.

Ho infine stimato l’ammontare del budget necessario a finanziare queste attività di promozione.

Quindi in conclusione la proposta ospitale diffusa, tramite il proprio approccio sostenibile, contribuisce a sostenere e rilanciare molte realtà locali. Infatti permette a borghi e paesi abbandonati di entrare a far parte del mercato turistico con un’offerta autentica, alla popolazione locale di rivitalizzare le proprie tradizioni e pratiche e al patrimonio fatto di monumenti, edifici, usanze e credenze di tornare a splendere grazie a un importante processo di valorizzazione. Sono le Amministrazioni e gli Enti locali i primi ad auspicare un intervento del genere nel proprio paese. La proposta dell’Albergo Diffuso infatti rappresenta un modello di sviluppo turistico territoriale che rispettando il territorio, la popolazione e la cultura locale apporta numerosi

benefici all’economia locale e incrementa o crea flussi turistici.

Le relazioni vere ed il contatto diretto che si può instaurare con gli autoctoni, le esperienze autentiche ed originali e la scoperta di un’antica cultura contadina ed artigiana rappresentano quei valori aggiunti e quel genius loci che invitano il turista a recarsi in un Albergo Diffuso.

 

GDA Giancarlo Dall'Ara Consulenze e progetti di marketing
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