Per gli stranieri il sogno dell’Italia è nei borghi

Per gli stranieri l’identità dell’offerta italiana è nei borghi. Una nuova ricerca conferma quello che sappiamo da sempre

Un borgo prezioso e raccolto, meglio se sul mare, meglio se con molte piazze, buoni ristoranti e pasticcerie dove far colazione: soprattutto, che non manchi di alberghi adeguati. Insomma Taormina, il Salento, Santa Margherita, la Costa Smeralda, Amalfi, Capri, Forte dei Marmi. E anche il Lago di Garda, Lucca, Parma e naturalmente Courmayer, Cortina, Merano. Sono i sogni dei turisti stranieri in Italia, spesso realizzati: peccato che a guastarli congiurino le infrastrutture carenti e gli episodi di microcriminalità.

Ma nel complesso l’Italia turistica passa l’esame, con un voto di 77 su 100. Lo rivela un report che «La Stampa» pubblica in esclusiva, realizzato negli ultimi quattro mesi da Sociometrica e Expert System e basato sulla rielaborazione di 570 mila post in lingua inglese comparsi sui social network a vocazione turistica, cioè TripAdvisor e company.

Spiega Antonio Preiti, che con Filippo Nardelli ha diretto la ricerca: «I post sono stati lavorati con un software nuovissimo che li ha asciugati al loro valore semantico essenziale. Poniamo che un vacanziere americano scriva: “Bella cena a Portofino, serata eccezionale”. In relazione a “Portofino” verrebbero presi in considerazione i termini “cena”, “bello”, “eccezionale”. A ciascun concetto sarebbe poi attribuito quello che in gergo chiamiamo “sentiment” o “mood”, dal negativo al positivo, graficamente dal rosso al verde. Per convenzione un giudizio è ritenuto positivo quando supera i 60 punti e negativo quando è sotto i 30. Grazie a un algoritmo quel che ne esce è una fotografia attendibile dell’esperienza turistica in Italia, finalmente riportata sui propri piedi, che sono poi quelli dei turisti stessi. Quante volte ci si lascia influenzare dalle proprie percezioni di italiani osservatori. Qui, questo rischio è scongiurato».

Piace la vocazione «borghigiana» dell’Italia, l’unicità e l’essere speciale di certi luoghi. Suscitano una specie di sindrome di Stendhal le piazze (voto 81), considerate il simbolo della socialità all’italiana, perché non solo sono artisticamente rilevanti, ma ci puoi stare quanto vuoi a guardare quello che succede e molti si stupiscono che ci si possa entrare gratis. Opere d’arte ad apprezzamento indiscusso, mentre per i musei che le contengono la promozione è lontana. Lo shopping dà grande soddisfazione (specie per le scarpe) e naturalmente la ristorazione, dove ricorrono le parole «reasonable» e «worth», con la sorpresa di poter mangiare di gusto senza svenarsi. Piace molto la varietà delle spiagge.

I problemi cominciano quando si arriva alle infrastrutture. Molti post riguardano i trasporti e, se in gran parte si tratta di un chiacchiericcio neutro, con informazioni che vagolano in Rete sui treni da prendere e gli orari, per gli aeroporti arrivano i dolori: in particolare per Fiumicino (appena 60) e per esempio ci si chiede perché mai non sia collegato a Roma in alta velocità. Malissimo i treni locali («slow», ma perfino «shame» e «trouble») e male il traffico: inquieta il comportamento dei locali alla guida, ma anche la difficoltà di parcheggio, e non è facile barcamenarsi con le zone a traffico limitato. I musei deludono per «la povertà della visita», «le code» e «il costo». E poi c’è la microcriminalità: scippi e aggressioni non possono essere compensati dalla positività del resto della vacanza e, se capitano, la rovinano del tutto.

Taormina è un concentrato di quanto piace dell’Italia per la posizione geografica, le bellezze artistiche, il fascino della Sicilia che esercita un potere del tutto speciale, Il Salento prediletto da Ferzan Ozpetek trasmette quel senso di «cocooning», insomma un coccolamento di lusso, che fa scegliere il nostro Paese. E per numero di citazioni la triade Roma, Venezia e Firenze tende a mangiarsi tutte le altre città d’arte.
Come nel caso di «Salento», anche le espressioni «Costa Smeralda» e «Garda» tendono a essere scelte in maniera complessiva. Qualcosa del genere accade con Trentino e Alto Adige. È – conclude la ricerca – «la vera geografia turistica del Paese, quella che c’è dentro la mente dei viaggiatori. Questo ci induce anche a considerare che in realtà le destinazioni turistiche debbano essere pensate come “brand”, ciascuna con la sua evocazione, di valori, di attese, di connotazioni ».

Non solo nella percezione dell’Italia turistica, ma in quella generale del Paese. Un’inchiesta parallela condotta dai medesimi ricercatori non sui post ma sulle versioni digitali dei principali media in lingua inglese segnala addirittura uno strepitoso 76, a fine giugno, rispetto al misero 61 di febbraio. L’Italia «percepita», insomma, ce la può fare.

Articolo di Egle Santolini qui:

http://m.lastampa.it/2014/07/15/societa/un-borgo-con-la-piazza-e-i-bar-cos-ci-vede-il-turista-globale-J5W7lXjkQpX8wJ3bZh0OJI/pagina.html

GDA Giancarlo Dall'Ara Consulenze e progetti di marketing
Palazzo Maffei - 47866 Sant'Agata Feltria (RN)
tel. 0541 929777, fax 0541 929744 e-mail: giancarlo.dallara@gmail.com
Cookie Policy