L’albergo diffuso che rivoluziona l’hotellerie italiana
Vi propongo l’articolo di Luisa Castiglioni pubblicato da Grazia, il 23 agosto 2012: “Un salto indietro nel tempo: ecco la sensazione che affiora visitando gli alberghi diffusi Le Grotte della Civita, situato nella zona più antica dei Sassi di Matera in Basilicata, e Sextantio a S. Stefano di Sessanio in Abruzzo: esemplari di un’Italia autentica sempre più in via di estinzione (ve ne abbiamo anche parlato con CC-Tapis!)
L’associazione Sextantio, capitanata dall’imprenditore svedese Daniel Kihlgren, ha ideato e promosso un progetto culturale finalizzato al recupero del ‘patrimonio storico minore’ che ha visto rivivere, nel giro di pochi anni, due borghi storici del centro Italia.
Il primo, Santo Stefano di Sessanio, è un borgo incastellato del tardo Medioevo, espressione suggestiva di un paesaggio meraviglioso a rischio di estinzione nella sua integrità, tra il patrimonio storico architettonico e il paesaggio agrario o boschivo circostante.
Il secondo, Le Grotte della Civita, rappresenta l’espressione estrema e drammatica di un patrimonio storico minore al limite della miseria. Tutto il complesso si trova nelle grotte a dirupo sul fiume, di fronte alla suggestiva scenografia del Parco della Murgia.
Le camere da letto delle due strutture sono dislocate in diversi edifici. A S. Stefano di Sessanio la reception si trova dentro una grotta accanto a quella che una volta era una porcilaia, mentre a Matera nell’albergo diffuso Le Grotte della Civita, gli ospiti sono accolti in quella che era una chiesa rupestre. In entrambi i luoghi Sextantio ha mantenuto l’identità originaria degli spazi.
Gli interventi di Kihlgren sono animati da un’idea contemporanea di paesaggio e da un rapporto filologico ma non dogmatico con il recupero dell’esistente. Il suo modello prevede la ridestinazione turistica dei borghi storici – Sextantio ne ha acquistati nove – assicurando il rispetto e la salvaguardia dell’identità del territorio per garantire integrità tra storia, paesaggio, architettura, usanze locali. Preservare e, insieme, sviluppare economicamente: operazione dal grande valore etico e culturale, certo, ma anche economico.
Il risultato è un’intima seduzione così carica di significati da richiamare visitatori dai quattro angoli del mondo. Ancora una volta l’identità di un territorio, non rimossa e cancellata, non è solo un progetto di valore culturale ma un proficuo modello di sviluppo da replicare: solo in Italia ci sono almeno 2000 borghi storici semi-abbandonati. Vale la pena andarci anche perché fino al 30 settembre 2012 si tiene a S. Stefano di Sessanio la mostra degli Uffizi “Paesi, pastori e viandanti”. Le 29 opere in esposizione provenienti dai depositi della Galleria degli Uffizi, poco conosciute o addirittura ignote, si legano intimamente all’atmosfera ancestrale che vi si respira.