11 febbraio 2004
Articolo di Giancarlo Dall’Ara sugli AD, pubblicato sul quotidiano economico Italia Oggi, a pag. 14.
Eccolo:
Il sistema dell’offerta turistica: da verticale a orizzontale
Giancarlo Dall’Ara
I Bed and Breakfast possono essere considerati la forma di ospitalità che ha maggiormente caratterizzato, in termini di novità, il panorama dell’offerta ricettiva italiana di questi ultimi anni. Ripresa in gran parte dal modello anglosassone ed incentivata dal Giubileo del 2000, i B&B sono oggi riconosciuti praticamente da tutte le Regioni, e la loro diffusione non si è ancora fermata.
Ma non ci sono solo i B&B! Paesi albergo, Borghi albergo, Agrivillaggi e Alberghi diffusi sono le altre proposte di ospitalità che hanno affiancato quella tradizionale, dal Friuli alla Sicilia, incentivate dalle normative della Comunità Economica Europea e anche da interventi specifici di Regioni come la Calabria ed il Molise, perché ritenute più coerenti con uno sviluppo sostenibile.
Appartengono poi alla stessa gamma di offerta diffusa, perché spesso ne assumono la logica, anche quelle “dimore di charme” che si sviluppano su un corpo centrale e una o più dépendance, o alcune “country house” particolarmente originali, classificate da Regioni come le Marche e l’Umbria. Si tratta di strutture spesso facenti parte di associazioni, che si sono affiancate ai rifugi, alle locande, agli affittacamere ed alle altre proposte tradizionali, come quelle agrituristiche, che in talune realtà competono direttamente con le proposte alberghiere di lusso.
Il successo dell’ospitalità diffusa è mostrato anche dal boom delle iniziative editoriali ad essa collegate, e dagli spazi sempre più ampi dedicati all’argomento dai quotidiani, dalle riviste di turismo, nonché dalla diffusione delle guide turistiche specializzate.
Le stime disponibili parlano di un fenomeno di offerta di ospitalità diffusa in Italia che coinvolge un migliaio di aziende (senza contare i B&B).
Il modello più interessante e più innovativo tra le forme di ospitalità diffusa è quello dell’Albergo diffuso, un modello originale di ospitalità che si configura come fenomeno con le radici storiche e culturali nel nostro paese. Di Albergo diffuso si incomincia a parlare dai primi anni ’80 in Friuli, nel processo di ricostruzione del dopo terremoto, e immediatamente dopo nelle Marche, nel Montefeltro, ma è relativamente da pochi anni che dai progetti siamo arrivati alle realizzazioni.
In origine l’idea è il frutto della necessità di recuperare in termini edilizi, e di utilizzare a fini turistici, intere borgate.
Dalla metà degli anni ’90, grazie anche all’azione di intervento per le aree rurali svantaggiate dell’Unione Europea, con il programma “Leader” (Liaison Entre Actions de Developpement de l’Economie Rurale), si ha un incremento notevole dei progetti e delle realizzazioni di ospitalità diffuse, che spesso ricoprono un ruolo centrale nei progetti tesi a creare una stabile cultura dello sviluppo locale, e a sviluppare il turismo in interazione con i settori dell’agricoltura, dell’artigianato e dei servizi.
La crescita di progetti di questo tipo è stata più significativa in alcune regioni italiane, come la Sardegna, il Friuli, la Calabria e la Sicilia, che hanno predisposto anche un quadro normativo di riferimento.
Quanto alle previsioni, sembrano confermare la tendenza attuale di sviluppo di questo fenomeno. Le ricerche mostrano infatti, da un lato, una sempre maggiore attenzione della domanda verso esperienze autentiche e di “Living Culture”, e dall’altro mostrano le potenzialità che le forme di ospitalità diffusa hanno in termini di salvaguardia dei luoghi, delle tradizioni e degli stili di vita del territorio, in un contesto di servizi ospitali di comfort.